La Pasqua segno di speranza e rinascita!

Le donne vanno al sepolcro alle prime luci dell’alba, ma dentro di sé conservano il buio della notte. Pur essendo in cammino, sono ancora ferme: il loro cuore è rimasto ai piedi della croce. Annebbiate dalle lacrime del Venerdì Santo, sono paralizzate dal dolore, sono rinchiuse nella sensazione che ormai sia tutto finito, che sopra la vicenda di Gesù sia stata messa una pietra. E proprio la pietra è al centro dei loro pensieri. Si chiedono infatti: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?» (Mc 16,3). Omelia pasquale di Papa Francesco

La Pasqua ci consegna la narrazione della morte di Gesu’, per alcuni figlio di Dio, per altri un profeta, per altri ancora un personaggio storico “Rabbì” (maestro) , per altri più scettici un racconto leggendario dai connotati storici nebulosi nella Palestina di 2000 anni fa.

“Chi dite che io sia?” (Mc 8,27-35)

Comunque il nostro cuore voglia vedere questa narrazione, contiene in se’ qualcosa di profondamente umano e nello stesso tempo trascendente. Ci racconta il nostro intimo sentire le vicende dei Nostri giorni. Il racconto della nostra fatica di vivere e dello smarrimento di fronte alla storia.

Nella disperazione delle donne, nello sconforto dei “discepoli” che in alcuni momenti diventa codardia e fuga, ci possiamo leggere la disperazione del Nostro animo di fronte alle vicende umane. La guerra si abbatte sui piccoli, su povere famiglie, sui bambini con la freddezza di un azione tecnologica con l’empatia di un videogioco. Senza pietà di nessuno, come un inevitabile costo di dinamiche geopolitiche o peggio economiche globali. Come se questo fosse un nuovo credo a cui noi dobbiamo adeguare la nostra umana sensibilità.

“Quando la società è malata, essere ben adattati è un segno di malattia. Il conformismo è il primo passo verso la complicità. Opporsi non è un atto di eroismo, è un dovere morale.” Z. Bauman

Le normali fatiche delle persone, delle famiglie di fronte alla malattia, alle disuguaglianze, alla povertà invece di costituire un obiettivo comune, lasciano il posto a progetti di riarmo. Energia mal utilizzata e distolta dagli obiettivi fondamentali che non farà altro che aumentare una corsa alla costruzione dei propri castelli (Nazioni), nell’illusione che le mura possano difenderci dal male, identificato in altri uomini. Povera umanità! incapace di imparare, speranzosa che un muro possa allontanare il morbo della pestilenza.

“Ascoltando, infatti, i gridi di allegria che salivano dalla città, Rieux ricordava che quell’allegria era sempre minacciata: lui sapeva quello che ignorava la folla, e che si può leggere nei libri, ossia che il bacillo della peste non muore né scompare mai, che può restare per decine di anni addormentato nei mobili e nella biancheria, che aspetta pazientemente nelle camere, nelle cantine, nelle valigie, nei fazzoletti e nelle cartacce e che forse verrebbe giorno in cui, per sventura e insegnamento agli uomini, la peste avrebbe svegliato i suoi topi per mandarli a morire in una città felice.” La Peste di Camus

Come non perdere la speranza nella storia? Come vedere la luce nella nostra disperazione? Come poter continuare a vivere e agire per il bene dei fratelli, intesi come un unico popolo in marcia verso il domani? Come superare la nostra naturale sensazione di estraneità all’altro, con un colore, una lingua, una cultura, un modo di vedere il mondo diverso dal Mio o peggio dal Nostro?

Questa e’ la Pasqua! Una risposta a questa umana e disperata domanda, per alcuni trova risposta compiuta nella Fede cristiana e nel credo nella resurrezione di Cristo dalla morte, la sconfitta della disperazione e il senso della storia. Per altri la risposta e’ in altre religioni o filosofie, infine per alcuni nell’accettazione radicale del divenire e nella fratellanza umana. Ma rimane in ogni uomo la speranza radicata nel profondo, il soffio divino, quell’energia che ognuno di noi ha il compito di curare e accudire, nel pensiero e nell’azione.

Poiche’ il mondo ha bisogno di Noi!

Fatta una passeggiata a cavallo… Primavera straordinariamente gradevole. Ogni volta non riesco a credere ai miei occhi. È possibile che tutta quella bellezza nasca dal niente? L. Tolstoj

Dio formò l’uomo dal fango della terra, gli insufflò nelle narici un alito di vita e l’uomo divenne anima vivente” Genesi 2° racconto

BUONA PASQUA!