BANDO DI CONCORSO GENERALE ASSEGNAZIONE ALLOGGI E.R.P. ANNO 2024 – Comune di Borgo Val di Taro

CASA POPOLARE

I comuni ogni due anni devono provvedere al Bando per l’assegnazione delle case E.R.P., se presenti nel proprio territorio, spesso nei piccoli comuni tale scadenza non viene rispettata, il comune di Borgo Val di Taro ha un importante patrimonio di “Case popolari” e rispetta l’obbligo del bando. Chi risiede nel comune o ha attività lavorativa nel comune, secondo i requisiti del bando, può accedere alle graduatorie.

La firma del contratto l’obiettivo di molte famiglie

Un elemento importante di questo presidio a livello sociale è da riscontrare dal dato del report 2023 dell’Emporio solidale in cui si evince che più del 50% delle famiglie seguite e peculiarmente quelle numerose. risiedono in case acquisite sul mercato degli affitti.

Dai dati raccolti gli affitti sul mercato sono dalle 250 alle 450 euro al mese, spesso per appartamenti vetusti e sottodimensionati in riferimento alle esigenze delle famiglie. I debiti in riferimento agli affitti sono al secondo posto delle cause sull’indebitamento famigliare, dopo le spese per utenze*.

Report attività EMPORIO SOLIDALE anno 2023

L’emporio è attivo sui comuni dell’Alta Val Taro (Albareto, Bedonia, Berceto, Borgo Val di Taro, Compiano, Valmozzola, Solignano, Tornolo). L’Emporio ha rapporti con gli altri centri di devoluzione alimentare dei comuni limitrofi con cui collabora in rete.
L’Emporio nel 2023 ha seguito regolarmente 104 famiglie per un totale di 282 persone, l’accesso al Servizio per alcune famiglie è stato continuativo, per altre sporadico, con accessi settimanali di 55 famiglie e con massimi di 60.


Tra le famiglie meno della metà ha figli minori di 15 anni (49), per complessivi 89 minori coinvolti nella devoluzione.
Si segnala su questi dati molto significativi un leggero peggioramento in % sul numero dei minori infanti <3aa seguiti sul comune di Borgo Val di Taro con una diminuzione a livello assoluto (21) e un aggravamento del comune di Berceto che si porta al (16%).
Anche se i valori assoluti diminuiscono e le percentuali globali hanno una leggera flessione, si segnala che i dati riguardanti la povertà tra gli infanti e i minori anche nel 2023 ha valori molto preoccupanti. Nell’anno 2023 l’emporio ha distribuito a 128 famiglie in 54 giornate di distribuzione, per un valore complessivo di circa 175.385 euro.
Alle famiglie regolarmente iscritte con tessera, si aggiungono circa 394 devoluzioni occasionali, il 8,9% del totale in derrate per 15.612 euro. Le devoluzioni occasionali, regolarmente registrate riguardano famiglie in difficoltà in fase di valutazione, famiglie inviate ai Servizi in attesa di certificazione, persone in evidente stato di necessità che non possono accedere con tessera per problemi di residenza o cittadinanza e per altri motivi.


Nel 2023 sono state effettuate 3135 distribuzioni complessive di cui 2741 alle 128 famiglie, con una media di 23 distribuzioni per famiglia.
Le distribuzioni a nuclei occasionali sono state 394 complessive.
CONCLUSIONI
Dopo la pandemia e la crisi economica, il 2023 ha riconfermato un ulteriore deterioramento del tessuto economico del territorio, compensato solo in parte da un parziale ripresa economica, ma rimessa in discussione dagli aumenti energetici.
Le bollette di acqua luce e gas sono diventate per molte famiglie insostenibili, spesso le famiglie in difficoltà sono disinformate in riferimento alle agevolazioni fiscali, in altri casi hanno situazioni in cui non possono accedervi.La difficoltà a reperire alimenti è stata compensata parzialmente con acquisti diretti che hanno risentito del notevole incremento nei prezzi.
L’Emporio ha condiviso con l’utenza le stesse difficoltà ad acquisire i beni alimentari necessari.
Spese ulteriori si sono registrate nel campo della logistica, le distanze e i viaggi per recuperare gli alimenti hanno inciso maggiormente sul budget generale.
L’Emporio ospitato gratuitamente nei locali della Parrocchia ha visto un incremento dei costi energetici dovuti al riscaldamento e soprattutto ai sistemi di refrigerazione.
In questi aspetti, l’Emporio ha condiviso nel 2023 la precarietà delle famiglie che lo abitano.
Nel 2023 non ci sono stati interventi da parte comprensoriale per acquisto degli alimenti che sono stati recuperati con gli accantonamenti dell’associazione, questo aspetto ha di fatto limitato le possibilità di attuazione di progetti in essere.
Si riconfermano le riflessioni sui dati già definite nel Report 2022 in cui si è potuto svolgere un analisi maggiormente approfondita.
Cosa emerge dai numeri, alcune osservazioni:
La presenza di una rilevante fetta di popolazione infante e minore tra le famiglie in difficoltà economica, dato confermato nel 2023.
La responsabilità di proteggere un progetto di società futura che posa i propri passi sull’oggi, attraverso un sostegno alla genitorialità e all’educazione.
Attenzione alle famiglie con alto carico famigliare.
Il problema del lavoro, di un lavoro che possa garantire almeno l’emersione dalla povertà con accesso paritario di tutti i lavoratori agli ammortizzatori sociali.
Attenzione alle persone anziane, in modo speciale all’aiuto alla gestione delle risorse e della rete sociale.
• Costruire momenti di rappresentanza delle componenti migratorie per aiutare una maggiore integrazione e partecipazione.

Da una migliore partecipazione nasce relazione con il territorio e desiderio di costruirvi futuro, emersione degli aspetti illegali (lavoro in nero, affitti non regolari), riconoscimento dei diritti, nonché fiducia nei Servizi educativi, Sociali e Sanitari.
L’importanza di costruire progetti integrati tra Servizi e Volontariato, la ricerca di una collaborazione tra questi due mondi.
• Una fragilità specifica del territorio montano all’interno di una provincia ricca1. Fragilità del mondo del lavoro e dei Servizi, costi maggiore di accesso alle risorse che non possono essere a carico delle persone, mancanza di una rete efficiente di trasporti pubblici.

Dedicato per riconoscenza a tutti i Volontari che donano il loro tempo, generando ogni settimana un miracolo dal 2013

Allarme per le persone disabili e povere che vivono con residenza autonoma, ADI negata.

Un grave problema nasce dall’applicazione del nuovo ISEE. L’attuale governo ha ristretto i parametri di compilazione dell’ISEE 2024, i cambiamenti sono stati attuati per evitare abusi delle prestazioni socio-sanitarie di figli di persone abbienti. Avere la residenza autonoma non e’ più l’unico indicatore di autonomia personale e fiscale. Nell’ISEE passato veniva posto anche un limite di eta’ 26 aa che poneva la possibilità di essere fiscalmente autonomo e di avere un ISEE individuale. Ricordiamo quale sono Oggi le regole che sanciscono la reale autonomia fiscale di una persona con residenza autonoma:

ISEE 2024: qual è il nucleo dei figli maggiorenni non conviventi
Di base, la condizione che potrebbe favorire il distaccamento del figlio maggiorenne dal nucleo genitoriale è lo spostamento della sua residenza. Ma si tratta appunto di un primo step. Ci sono infatti altre due variabili che pesano: l’essere o meno a carico oppure coniugati. Fino all’anno scorso avrebbe invece pesato anche l’età – maggiore o uguale a 26 anni – cosa che dal 1° gennaio è decaduta. In pratica, andando a fare una DSU ISEE nel 2023, se il figlio non convivente, quindi con una residenza separata rispetto all’abitazione dei genitori, avesse avuto più di 26 anni (per l’esattezza bastava considerare il compimento o meno dell’età), avrebbe comunque formato un nucleo indipendente pur essendo fiscalmente a carico. Sarebbe insomma bastato aver compiuto 26 anni per non essere inclusi nella DSU dei genitori. Al contrario, i figli fino a 26 anni non ancora compiuti, fiscalmente a carico e con residenze distinte, sarebbero invece finiti nel calcolo del nucleo genitoriale.

Figli a carico: soglie reddituali

Vale allora la pena ricordare che in base alle rinnovate soglie di carico fiscale valide già da qualche anno, i figli fino a 24 anni possono essere considerati a carico entro un reddito annuo pari a 4.000 euro, mentre dai 25 in su la soglia reddituale di carico si uniforma a quella di tutti gli altri familiari, ovvero 2.840,51 euro annui.

CAF ACLI

Da questa situazione ne nasce che una persona disabile non occupata o occupabile che percepisce un assegno di invalidità non inseribile nell’ISEE come reddito, risulterebbe a reddito zero. Per cui sarebbe attratto dal nucleo famigliare dei genitori. Uniche esclusioni se la persona e’ coniugata o ha figli per cui avrebbe nucleo con loro. L’impossibilità ad inserire l’assegno di invalidità nell’ISEE nasce da sentenze del Consiglio di stato del 2016.

La Legge del 26 maggio 2016 n. 89, emanata a seguito di alcune sentenze del Consiglio di Stato, che avevano già sollevato la problematica, ha introdotto l’art. 2 sexies, il quale specifica che dal reddito disponibile ai fini del calcolo dell’ISEE, vanno esclusi i trattamenti erogati da Amministrazioni Pubbliche in ragione di una condizione di disabilità.

«La regola prevista nell’Isee è stata inserita a suo tempo per scongiurare comportamenti opportunistici – spiega da parte sua la senatrice Pd Cecilia Guerra, economista che ha lavorato all’elaborazione dell’indicatore –. In particolare si voleva evitare che i figli di famiglie abbienti, senza reali redditi propri, formassero nuclei a sé stanti in abitazioni diverse, godendo così impropriamente di sussidi e benefici. Ma, come dimostra proprio il caso del Reddito di cittadinanza, è sempre possibile immaginare deroghe intelligenti»

La persona invalida o svantaggiata con residenza autonoma e che vive con il solo assegno di invalidità se nel 2013 poteva contare sul Reddito di Cittadinanza oggi viene attratto dalla famiglia di origine e rischia di avere precluso l’accesso all’ADI.

Il figlio maggiorenne non convivente con i genitori e a loro carico ai fini IRPEF, nel caso non sia coniugato e non abbia figli, fa parte del nucleo familiare dei genitori. Nel caso i genitori appartengano a nuclei distinti, il figlio maggiorenne, se a carico di entrambi, fa parte del nucleo familiare di uno dei genitori da lui identificato.

Handilex.oeg


La revisione dell’Isee è comunque una (grande) operazione di là da venire. Ciò che invece è più cogente è la forte limitazione dell’accesso al nuovo strumento di contrasto alla povertà, l’Adi, che ha sostituito il Rdc. Quest’ultimo ha coperto al suo picco massimo 1,4 milioni di famiglie e al minimo 722mila nuclei a dicembre 2023 dopo la prima stretta. A gennaio, invece, l’Adi ha riguardato solo 287mila famiglie, molto meno anche delle stime del Governo. In attesa di dati più completi, stabilizzati dopo l’avvio, allo stesso ministero del Lavoro stanno valutando la situazione e studiando eventuali correttivi. Uno, spiega una fonte interna al dicastero, riguarderebbe proprio la situazione delle persone con disabilità di cui abbiamo parlato all’inizio.

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