Dalla data di inaugurazione dell’Emporio luglio 2013 , con Federico si era deciso di promuovere non solo un
punto di devoluzione alimentare, ma un luogo di ascolto e riflessione della comunità.
Un luogo di comprensione delle dinamiche che velocemente cambiano il tessuto sociale.
Un luogo di informazione e sostegno alle decisioni “politiche”.
Un luogo di ridefinizione di politiche per l’equità e la giustizia sociale.
Non e’ stato compito facile in questi anni, impegnati nel quotidiano trovare le energie per rimanere
fedeli all’obiettivo.
Questo e’ un modesto e incompleto tentativo consapevoli della limitatezza delle risorse.
Cosa emerge dai numeri che con fatica e traballante competenza abbiamo cercato di ordinare?
Alcune osservazioni:
• La presenza di una rilevante fetta di popolazione infante e minore tra le famiglie in difficoltà
economica.
“In valore assoluto oggi in Italia si contano 1 milione 337mila minori che non hanno l’indispensabile
per condurre una vita quotidiana dignitosa. La loro incidenza varia dal 9,5% del Centro al 14,5% del
Mezzogiorno (nel Nord si attesta al 14,4%). Tra i minori sono soprattutto ragazzi e adolescenti a
sperimentare le maggiori criticità, in particolare le fasce 7-13 anni e 14-17 anni. La povertà minorile
non può lasciare indifferenti, costituisce infatti la forma più iniqua di disuguaglianza: in primo luogo
perché incolpevole, ma anche per gli effetti di lungo corso che produrranno sulla vita dei ragazzi,
soprattutto in termini di opportunità. Appare pregiudicato l’oggi e al contempo anche il loro domani. “20
• La responsabilità di proteggere un progetto di società futura che posa i propri passi oggi,
attraverso un sostegno alla genitorialità e all’educazione.
“Un altro aspetto sul quale è importante soffermarsi è infine il dato sulla cittadinanza, che denota forti
disuguaglianze tra italiani e stranieri residenti, acuite negli ultimi dodici mesi. La povertà assoluta si
mantiene infatti al di sotto della media per le famiglie di soli italiani (6,0%) seppur in crescita rispetto al 2019
(4,9%), mentre sale al 22,2% (dal 16,1%) per le famiglie miste e al 26,7% (dal 24,4%) per le famiglie di soli
stranieri”21
• Attenzione alle famiglie con alto carico famigliare.
“Le famiglie più numerose, quelle con più figli minori, le famiglie di stranieri o con almeno un
componente straniero, le famiglie che pagano un affitto e – in misura minore- chi ha un mutuo da
pagare.”
• Il problema del lavoro e di un lavoro che possa garantire almeno l’emersione dalla povertà
con accesso paritario di tutti i lavoratori agli ammortizzatori sociali.
“La pandemia ha dunque acuito le caratteristiche di un mercato del lavoro già fortemente diseguale in termini
di genere e di età, allargando inoltre il divario tra lavoratori più o meno tutelati (tempo determinato,
stagionali, lavoratori a chiamata, ecc.). Molte delle posizioni chiuse nel 2020 riguardavano infatti lavori
precari. “24
• Attenzione alle persone anziane, in modo speciale all’aiuto alla gestione delle risorse.
Costruire momenti di rappresentanza delle componenti migratorie per aiutare una maggiore
integrazione e partecipazione. Da ciò nasce relazione con il territorio e desiderio di
costruirvi futuro.
Emersione degli aspetti illegali (lavoro in nero, affitti non regolari), riconoscimento dei
diritti, nonché fiducia nei Servizi Educativi, Sociali e Sanitari.
• L’importanza di costruire progetti integrati tra Servizi e Volontariato, la ricerca di una
collaborazione non sempre facile tra questi due mondi.
• Una fragilità specifica del territorio montano all’interno di una provincia ricca25. Fragilità
delle possibilità lavorative e formative, fragilità dei Servizi e costi maggiore di accesso alle
risorse.
A conclusione si ribadisce l’importanza di fermarsi a riflettere su ciò che si fa. Vivere troppo nel
quotidiano, nell’emergenza, nella contingenza ci fa perdere la capacità di vedere ciò che succede e
di prevedere linee di futuro.